A cura di Daria Guidetti
La sera dell’8 dicembre 2025, alle 20:54:30 ora italiana, un bolide brillante ha attraversato il cielo dell’Italia centro-settentrionale dando vita a uno degli eventi celesti più osservati dell’anno. Nel giro di pochi minuti, il sito dell’International Meteor Organization ha infatti ricevuto quasi quattrocento segnalazioni visuali provenienti da un’ampia porzione del Paese, raccolte attraverso il web form utilizzato anche dalla rete italiana PRISMA coordinata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Con il termine bolide ricordiamo che si indica una meteora particolarmente luminosa, prodotta dall’ingresso in atmosfera di un frammento roccioso o metallico di origine asteroidale che, surriscaldandosi, emette una scia brillante visibile anche a grande distanza, talvolta anche di giorno, e accompagnata da variazioni di colore o frammentazioni.
Molti osservatori hanno descritto il bolide come una sfera luminosa rosso-gialla seguita da una lunga coda verde, mentre altri riferiscono che fosse la testa stessa a mostrare una forte colorazione verde, compatibile con l’emissione del magnesio quando viene portato a temperature elevate durante l’ingresso in atmosfera. Il fenomeno è stato anche documentato da alcuni video e fotografie.
Tra queste riprese figura anche quella realizzata dall’Associazione Astrofili Centesi, che ha registrato il bolide mediante la telecamera installata in località Renazzo, frazione di Cento (Ferrara). Nel campo visivo dell’inquadratura è ben riconoscibile la chiesa di Bevilacqua, che aiuta a contestualizzare la posizione e la direzione del passaggio. Guarda il video.
Il bolide è stato registrato da tredici stazioni della rete PRISMA tra cui quelle di Rovigo, San Marcello Pistoiese, Navacchio, Scandiano, Loiano, Medicina, Bedonia, Cecima, Zicavo, Montelupo Fiorentino, Chianti, Piombino e Ravenna.
Grazie alla triangolazione dei dati, la traiettoria è stata ricostruita da PRISMA con grande precisione: il meteoroide ha iniziato a essere visibile sopra Donoratico, sulla costa toscana, ha proseguito il suo percorso in direzione nord-ovest attraversando il tratto di mare antistante, ed è rientrato sulla terraferma per terminare il proprio cammino sull’Appennino ligure orientale, nei pressi del Monte Bric Pertuso. La traiettoria proiettata al suolo misura circa 180 chilometri, una distanza notevole che si spiega con l’inclinazione molto bassa del percorso rispetto alla superficie terrestre, stimata intorno ai dodici gradi.
Le elaborazioni preliminari mostrano che il meteoroide è entrato in atmosfera a una velocità di circa 19 chilometri al secondo e ha cominciato a brillare intorno agli 80 chilometri di quota. Il fenomeno è stato visibile per circa dodici secondi, un tempo molto lungo per questo tipo di fenomeno, e si è estinto intorno ai 40 chilometri di altitudine, quando la velocità residua era ancora vicina agli 8 chilometri al secondo. Una velocità così elevata, unita all’alta quota di estinzione, indica che è poco probabile che frammenti abbiano raggiunto il suolo e, in ogni caso, un eventuale campo di caduta ricadrebbe in una zona dell’Appennino tra Liguria e Piemonte caratterizzata da crinali ripidi, boschi fitti, versanti non edificati e scarsa accessibilità.
L’analisi dell’orbita attorno al Sole del meteoroide, prima dell’impatto, suggerisce che si trattasse di un piccolo frammento di asteroide di alcune decine di centimetri di diametro, appartenente alla famiglia degli asteroidi di tipo Apollo. In questo caso il perielio si collocava tra le orbite di Terra e Venere, mentre l’afelio raggiungeva la Fascia Principale degli asteroidi.
L’evento ha avuto una forte eco anche sui media e sui social network, dove sono circolati numerosi video amatoriali registrati da dashcam, sistemi di videosorveglianza e webcam. Le segnalazioni sono giunte non solo da Toscana, Emilia-Romagna e Liguria, ma anche da Lombardia, Veneto e Trentino, confermando che il fenomeno era visibile da un’area molto ampia. La grande quantità di dati raccolti, unita alle riprese ottenute da tredici strumenti indipendenti, rende questo bolide uno dei più significativi osservati in Italia nel 2025.
L’evento rappresenta inoltre un esempio chiaro dell’importanza delle reti di sorveglianza meteoritica e della collaborazione tra astronomi professionisti, osservatori amatoriali e semplici cittadini, la cui partecipazione permette di ricostruire con grande precisione eventi atmosferici di origine cosmica e di approfondire la dinamica dei piccoli corpi del Sistema Solare.