Quest’anno lo sciame meteorico delle Ursidi potrebbe dare qualche soddisfazione.
Quando parliamo di meteore invernali, di solito la fanno da padrone le Geminidi, un ricco sciame meteorico con il picco nelle noti del 13-14 dicembre, e le Quadrantidi, altrettanto ricco ma con un picco più breve (poche ore) intorno al 3 o 4 gennaio.
Entrambe possono avere un frequenza maggiore di 100 meteore all’ora allo zenith (Zenithal Hourly Rate, ZHR) , ossia guardando, a occhio nudo, in direzione del punto più alto della volta celeste.
Come abbiamo raccontato qui, per le Geminidi quest’anno le condizioni sono state molto poco ottimali, la Luna era infatti in fase gibbosa calante illuminata per più del 70% e con la sua luce interferiva quindi in maniera significativa con la possibilità di osservare un così alto numero di meteore durante la notte.
Ancora peggio andrà per le Quadrantidi, con una Luna quasi piena illuminata per più del 90%.
Ma proprio in mezzo a questi due eventi, si posiziona lo sciame delle Ursidi, che hanno il loro picco tra il 22 e il 23 dicembre, e che quest’anno godono di un collocazione temporale particolarmente fortunata, trovandosi a coincidere con la Luna nuova, che quindi non potrà interferire con le osservazioni, e potrebbero quindi regalare buone soddisfazioni.
Le Ursidi sono un sciame meteorico che prende il nome dalla costellazione dell’Orsa Minore (Ursa Minor) in quanto il loro radiante (ossia il punto sulla volta celeste dal quale sembrano irradiarsi in direzione della Terra) si trova nella costellazione dell’Orsa Minore, in particolare in direzione della stella Kochab (Beta Ursae Minoris), la stella più luminosa appartenente alla “cassa” del Piccolo Carro (quindi escluso il “timone” in cui si trova la stella Polare).
La vicinanza del radiante al Polo Nord Celeste garantisce che si trovi ben alto sull’orizzonte durante tutta la lunga notte invernale per gli osservatori dell’emisfero boreale, offrendo quindi molte ore di osservazione.
Va specificato che, per tutti gli sciami meteorici, la posizione del radiante è solo un artificio della prospettiva e non ha nulla a che fare con la stella più vicina o con la costellazione che gli da il nome.
Al contrario di altri sciami storicamente noti (come le Perseidi), le Ursidi sono state identificate in tempi moderni dall’astronomo britannico William F. Denning all’inizio del XX secolo, e confermate più recentemente dall’astronomo cecoslovacco Antonín Bečvář nel 1945 in occasione di un’annata eccezionale con uno ZHR di 169.
Queste “piogge” eccezionali sono dovute ad un fenomeno di risonanza orbitale con Giove a cui vanno incontro alcune condensazioni di meteoroidi. Il corpo progenitore di questo sciame è stato individuato nella cometa 8P/Tuttle (da non confondere con la 109P/Swift-Tutte che dà invece origine alle Perseidi), un oggetto cometario con un periodo orbitale di 13,6 anni e con l’afelio oltre l’orbita di Saturno.
Per la loro collocazione temporale vicina alle festività natalizie, e per uno ZHR in generale abbastanza basso (solo 10 meteore ogni ora osservabili ad occhio nudo guardando in direzione dello zenith), le Ursidi sono generalmente poco considerate anche dai “cacciatore di meteore” più appassionati, ma in una annata orfana dei due sciami maggiori, offriranno certamente una occasione di rivalsa.