L’Agenzia Spaziale Europea prepara il “rientro assistito” della satellite Aeolus

Il satellite Aeolus dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta tornando a casa con un rientro assistito unico nel suo genere.

Il rientro è previsto per il 28 luglio in un tratto dell’Oceano Atlantico lontano dalle coste. E dalla Stazione Radioastronomica di Medicina di INAF Istituto di Radioastronomia tutto è pronto per contribuire, a partire da domani, alle osservazioni di questa caduta con il radiotelescopio Croce del Nord, in seno alle attività con il radar Birales per la rete europea di Sorveglianza Spaziale e Tracciamento EU SST.

Il rientro di Aeolus non ha precedenti in quanto la sua fine non era stata pianificata con la modalità assistita, essendo una missione progettata alla fine degli anni ’90, quando ancora non c’erano le linee guida sugli smaltimenti dei satelliti al termine della vita operativa.

Era infatti previsto un rientro  “naturale”, ovvero incontrollato, nel giro di pochi mesi dalla fine del carburante. Cosa che pone, come per ogni rientro incontrollato, dei rischi a Terra, per le infrastrutture e i suoi abitanti: se è vero che quasi tutto il corpo dei satelliti brucia ad alta quota, alcune componenti potrebbero sopravvivere alle alte temperature e raggiungere la superficie terrestre.
Dove e quando è difficile dirlo. Le previsioni diventano più accurate con il passare dei giorni e delle ore, in quanto data, ora e luogo di impatto di ciò che potrebbe arrivare al suolo dipendono da tanti fattori, quali l’attività solare che modifica la resistenza dell’atmosfera terrestre e da come il satellite carambola.

L’ESA, pilotando il più possibile questo rientro, in un tratto dell’Oceano Atlantico lontano dalla terraferma, sta facendo quindi da esempio per una gestione sicura e responsabile dello Spazio, il che è particolarmente importante considerando la quantità ultra-crescente dei satelliti e dei rifiuti spaziali in orbita.
Questo primo tentativo di rientro assistito stabilisce un precedente per quelle missioni spaziali che all’epoca della progettazione non rientravano sotto le linee guida attuali e che quindi potrebbero essere fatte aderire in modo retroattivo.

Come dicevamo, da domani il radiotelescopio Croce del Nord dedicherà i suoi occhi radio a Aeolus per seguire le varie fasi del rientro, ricevendo gli echi radar riflessi dal satellite, e fornire dati per le previsioni dell’evento di impatto.