Missioni NASA in Alaska: alla scoperta dei segreti delle aurore

Perché alcune aurore tremolano, altre pulsano e altre ancora sono crivellate di buchi? Il sospetto è che le aurore delle varie tipologie siano alimentate da diversi processi di accelerazione degli elettroni.

Per rispondere a queste domande, due missioni missilistiche della NASA, partite dal Poker Flat Research Range a Fairbanks lo scorso 21 gennaio, stanno esplorando i cieli dell’Alaska.

La missione Ground Imaging to Rocket investigation of Auroral Fast Features comprende due razzi, ognuno dei quali trasporta lo stesso set di strumenti. Ogni razzo punterà a un distinto sottotipo di aurora: uno per le cosiddette aurore pulsanti veloci, che lampeggiano alcune volte al secondo, e l’altro per le aurore tremolanti, che lo fanno fino a 15 volte al secondo.

La seconda missione, Black and Diffuse Aurora Science Surveyor, studierà le cosiddette “aurore nere”, dove la luce aurorale sembra mancare.
Negli ultimi 25 anni, la ricerca che ha utilizzato i satelliti Cluster dell’Agenzia Spaziale Europea e della NASA ha suggerito che queste zone scure potrebbero formarsi dove il flusso di elettroni inverte la direzione, per poi sfuggire nuovamente nello Spazio.
Naturalmente, non tutte le zone scure dell’aurora corrispondono a questa descrizione. È necessario rilevare gli elettroni in uscita per determinare se si tratta di un’aurora nera o di semplice assenza del processo.

Far volare un razzo attraverso le aurore, che in Alaska si manifestano in quasi tutte le notti invernali,  non è un’impresa da poco.
Le aurore si muovono rapidamente, quindi i team le seguiranno tramite telecamere a terra, dal sito di lancio e dall’Osservatorio Venetie in Alaska.