La lista delle “comete oscure” si allunga. Un team della NASA ne ha scoperte sette nuove che si vanno ad aggiungere alle altrettanto sette conosciute, per un totale di quattordici.
Si tratta di particolari corpi celesti che non possiedono un coda visibile e che si presentano come asteroidi, per forma e dimensioni, ma si comportano come comete a causa di anomalie orbitali non spiegabili attraverso le sole forze gravitazionali o a effetti termici.
Come abbiamo sottolineato in altre occasioni, la classificazione degli oggetti celesti, pur necessaria, introduce a volte una rigidità. In realtà, spesso esiste un continuum tra le diverse classi e i confini tra esse sono sfumati.
Un esempio emblematico è quello della transizione tra asteroide e meteoroide oppure, appunto, tra comete e asteroidi, sottolineando la fluidità delle categorie.
Le comete oscure rappresentano una classe potenzialmente diffusa di piccoli corpi che popolano ulteriormente il continuum tra asteroidi e comete.
Le anomali orbitali misurate nelle loro orbite dovrebbero essere conseguenza dell’effetto razzo prodotto da materiali volatili che vengono espulsi dalla superficie del corpo celeste (degassamento di sostanze) e che non vanno a formare code visibili.
Grazie alle nuove scoperte, i ricercatori hanno identificato due gruppi principali: comete oscure esterne che popolano il Sistema Solare esterno con orbite molto eccentriche e con diametri sopra i 100 metri, e comete oscure interne che invece si trovano nel Sistema Solare interno, seguono orbite quasi circolari (quindi di eccentricità molto bassa) e hanno diametri sotto i 100 metri.
Le comete oscure potrebbero avere un ruolo chiave nella distribuzione di materiali organici e volatili e potrebbero fornire nuovi indizi sull’origine della vita nel Sistema Solare. Come le comete classiche, potrebbero infatti essere state vettori di acqua e molecole organiche primordiali.
Con il loro comportamento “enigmatico”, le comete oscure sfidano le nostre attuali classificazioni e ci ricordano quanto sia complesso e affascinante l’Universo e il loro potenziale ruolo nell’origine della vita rendono queste comete un obiettivo affascinante per le future ricerche, al pari delle sorelle più brillanti.