Lanciato nel 1969, pochi mesi dopo lo storico allunaggio dell’uomo, Skynet-1A fu il primo satellite di comunicazione militare britannico. La sua missione era chiara: trasmettere segnali per le forze armate del Regno Unito dall’orbita sopra la costa orientale dell’Africa. Oggi Skynet-1A è un rifiuto spaziale e non è più dove ci si aspetterebbe di trovarlo: attualmente si trova sopra il Centro America, ben lontano dalla sua posizione originaria e lontano da dove la gravità avrebbe potuto spingerlo, ovvero sopra l’Oceano Indiano.
Chi è Skynet-1A?
Satellite militare britannico, fu lanciato da Cape Canaveral su un razzo Delta M. Venne posizionato in un’orbita geostazionaria ed era progettato per fornire collegamenti sicuri via voce, telegrafo e fax tra i quartieri generali militari del Regno Unito e le navi e le basi situate in Medio ed Estremo Oriente. Il satellite, che pesava 422 kg, aveva una forma cilindrica, con un’altezza di 810 mm e un diametro di 1370 mm. Era stabilizzato tramite rotazione, con una piattaforma per antenna stabilizzata separatamente. Si ritiene che abbia operato per meno di un anno. Guarda la foto del lancio.
Ma com’è possibile che questo antico satellite abbia cambiato posizione in modo tanto significativo? Gli esperti si interrogano su ciò che potrebbe averlo portato fin qui.
Mentre stanno circolando news sensazionalistiche, Sorvegliati Spaziali tiene a precisare che non è del tutto escluso che una perturbazione gravitazionale naturale, causata dalla forma non perfettamente sferica della Terra, possa averlo spostato verso un “pozzo gravitazionale” inatteso dell’orbita geostazionaria.
Solitamente, ci si aspetterebbe che un satellite abbandonato in tale orbita, come Skynet-1A, venga attratto naturalmente verso il “pozzo” gravitazionale più vicino, mentre in questo caso, Skynet-1A sembra essersi stabilito in un pozzo “un po’ più in là”.
Cosa è un pozzo gravitazionale?
Quando parliamo di satelliti in orbita terrestre, i pozzi gravitazionali non sono veri e propri buchi nello spazio ma regioni dove un oggetto può restare “intrappolato” in orbita stabile o semistabile a causa delle interazioni gravitazionali tra la Terra e la Luna (o tra altri corpi celesti, come il Sole).
Nell’orbita geostazionaria, che si trova a circa 36.000 km sopra la Terra, ci sono aree dove i satelliti tendono a “scivolare” naturalmente verso posizioni di stabilità relativa. Questi “pozzi” si trovano tipicamente in corrispondenza di particolari longitudini a cui le perturbazioni gravitazionali e le interazioni col campo magnetico terrestre generano un equilibrio, seppur temporaneo, che mantiene i satelliti a una certa longitudine.
Un esempio di posizione di questo tipo è a 105 gradi di longitudine ovest, che rappresenta uno dei pozzi gravitazionali naturali per i satelliti in orbita geostazionaria intorno alla Terra.
Quando un rifiuto spaziale, come un satellite fuori uso, finisce in uno di questi pozzi, può rimanere lì in una sorta di orbita semi-permanente. Ciò crea un rischio di collisione con altri satelliti attivi, dato che questi pozzi gravitazionali tendono a “raccogliere” altri rifiuti spaziali o satelliti che hanno esaurito il carburante per le manovre correttive.
Oggi, Skynet-1A vaga intorno proprio ai 105 gradi di longitudine ovest, intrappolato in uno di questi pozzi invece di trovarsi in un’orbita cimitero, ossia una zona a circa 300 km al di sopra dell’orbita geostazionaria dove i rifiuti spaziali geostazionari dovrebbero essere spostati in modo da non provocare collisioni con gli altri satelliti attivi.
Spiegazione alternativa alla posizione del satellite
Alcuni scienziati ritengono possibile che, negli anni ’70, il satellite abbia ricevuto l’ordine di attivare i suoi propulsori, forse durante un’operazione temporanea gestita dagli Stati Uniti, come potrebbero suggerire le ricerche di Rachel Hill, una studentessa di dottorato dell’University College di Londra, che ha analizzato documenti d’archivio.
La Hill ha scoperto che una squadra Skynet si recava presso la struttura satellitare USAF di Sunnyvale, in California, per gestire il satellite quando il centro di controllo fu temporaneamente trasferito dall’Inghilterra negli Stati Uniti, durante operazioni di manutenzione del centro britannico.
È plausibile, secondo la Hill, che un comando impartito durante una di queste trasferte possa aver spostato Skynet-1A, senza mai riportarlo al suo punto iniziale.
E ora?
Attualmente, il Ministero della Difesa britannico monitora costantemente Skynet-1A tramite il Centro Operativo Spaziale Nazionale, pronto a segnalare eventuali rischi di collisione con altri satelliti. Tuttavia, se dovesse persistere nella sua traiettoria errante, il governo britannico potrebbe valutare l’opzione di spostarlo definitivamente con una missione apposita in un luogo più sicuro.
Con l’aumento delle tecnologie per il recupero dei rifiuti spaziali, già impiegate con successo a quote più basse, diventa sempre più possibile che anche Skynet-1A possa essere “rimosso” dalla sua attuale posizione a rischio, magari grazie alla collaborazione con altre agenzie internazionali.