SpaceWeather.com, dove tutto è iniziato

Siete appassionati di aurore e volete sapere dove e come osservarle? Volete conoscere in tempo reale i parametri che indicano lo stato di attività del Sole e cosa sta succedendo nella nostra magnetosfera, lo scudo naturale che ci protegge dai raggi cosmici? Siete affascinati da meteore, bolidi e siete sempre pronti a scrutare il cielo in cerca di asteroidi in passaggio ravvicinato al nostro pianeta?

A queste e a moltissime altre domande su quello che accade sopra le nostre teste offre risposte, 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno, spaceweather.com, probabilmente il più famoso e completo sito web non professionale dedicato alla meteorologia spaziale e, in generale, all’ambiente terrestre e alle sue relazioni con la nostra stella.

Online da quasi 25 anni, il sito da allora è rimasto pressoché identico nella grafica, decisamente senza fronzoli, che nel tempo si è arricchita solo di una discreta quantità di inserzioni pubblicitarie, che però sono a tema: vanno dai libri di fantascienza alla vendita di telescopi, fino ai tour mirati all’osservazione di fenomeni astronomici e delle spettacolari aurore polari.

Pilastro fondamentale del progetto è il suo editor, Tony Phillips, astronomo professionista e scrittore scientifico. Dottorato alla Cornell University nel 1992, ha lavorato per molti anni come radioastronomo al Caltech, pubblicando più di 100 articoli su riviste come Nature, The Astrophysical Journal e Journal of Geophysical Research. Insomma, la persona giusta al posto giusto.

E la sua “mano” si vede nei contenuti del sito, in un equilibrato mix di informazioni, dati scientifici e foto mozzafiato del cielo e dei suoi fenomeni più suggestivi, ricevute da astrofotografi professionisti o semplici amatori di tutte le latitudini (e longitudini).

spaceweather.com è una eccellente fonte di informazioni e notizie da consultare con regolarità, che può aiutare anche i “novizi” della meteorologia spaziale a capire cosa sta succedendo nello spazio interplanetario e nella nostra atmosfera, imparando come cambia il meteo spaziale al variare dei suoi parametri principali. Esattamente come un meteorologo annuncia un peggioramento del tempo se osserva una repentina discesa della pressione atmosferica, possiamo “leggere” in un rapido aumento della velocità del vento solare e della densità dei protoni in esso presenti l’arrivo di una perturbazione proveniente dalla nostra stella.

Dicevamo che spaceweather.com è online da più di due decenni e tutto il suo archivio, dal 1 gennaio 2001, è consultabile giorno per giorno tramite il semplice motore di ricerca presente nella home page. Una “memoria storica” della meteorologia spaziale unica e accessibile a tutti, in qualunque momento. E se siete tipi da “emozioni forti” noi vi consigliamo, per cominciare, di cercare le pagine tra i giorni 28 e 30 ottobre 2003, quando il gigantesco gruppo di macchie solari n. 486 produsse una serie di eventi, tra cui un potentissimo brillamento classificato come X17, che da solo ha rilasciato un’energia pari a 50 miliardi di volte quella della bomba atomica sganciata su Hiroshima. Gli effetti sulla Terra furono evidenti, con tempeste geomagnetiche e aurore che furono osservate fino in Texas e nell’Europa centrale. Non a caso quei turbolenti giorni sono oggi ricordati dagli addetti ai lavori come quelli degli “Halloween Storms”.