Con tutta probabilità, il boato del 20 giugno scorso avvertito all’Isola d’Elba e sulla costa toscana è stato causato dall’impatto di un meteoroide con l’atmosfera terrestre, come confermato mercoledì 10 luglio 2024 a Campo nell’Elba, durante un incontro aperto al pubblico promosso dalla Protezione Civile con l’Università di Firenze e l’Istituto geofisico Toscano.
Questo evento, rilevato dalla stazione elbana di Seccheto e triangolato con dati delle stazioni dell’Amiata e di Champoluc in Val d’Aosta, è compatibile con gli effetti provocati da un meteoroide che si è frammentato a sud di Montecristo a circa 70 chilometri di altezza.
Nonostante nessuna strumentazione abbia rilevato direttamente il meteorite, i dati confermano questa ipotesi.
La stima dell’energia rilasciata è di circa un kiloton, quindici volte meno intensa della bomba di Hiroshima, ma comunque significativa. Rispetto ai boati avvertiti all’Elba negli ultimi decenni, questo è stato cinquanta volte più energetico.
All’incontro, in cui sono stati presentati i dati raccolti dalla strumentazione sismico-acustica installata sull’Elba, hanno partecipato: Andrea Fiaschi: Dottore in Geologia con esperienza pluriennale in sismologia, esperto di vulcanologia e responsabile della rete sismometrica-acustica Toscana; Emanuele Marchetti: Professore Associato in Geofisica della Terra Solida. Da oltre 20 anni si occupa dello studio dei processi vulcanici esplosivi attraverso tecniche geofisiche, quali la sismologia e l’acustica infrasonica e responsabile della parte acustica della rete dell’Elba; Marco Morelli: Dottore in Scienze Geologiche con focus sulla geologia planetaria e sugli impatti meteoritici, vanta un’ampia esperienza in spedizioni scientifiche in tutto il mondo.
La stazione di Seccheto continuerà a monitorare i boati per comprenderne meglio le origini, avendo già registrato tre eventi significativi in un anno e mezzo, tra cui uno compatibile con un boom sonico prodotto da un aereo che supera il muro del suono.