Ci pensa un nuovo articolo di Natalia Buzulukova (NASA Goddard Space Flight Center, Università del Maryland) e Bruce Tsurutani (NASA Jet Propulsion Laboratory, California Institute of Technology) a fare il punto su quelle che potrebbero essere le conseguenze di un evento geomagnetico importante sulla nostra tecnologia attuale. 

I due ricercatori, tra i maggiori esperti di meteorologia spaziale, nel loro articolo hanno analizzato come lo sviluppo tecnologico abbia reso le nostre infrastrutture sempre più vulnerabili agli eventi spaziali, e valutano quali potrebbero essere le conseguenze se uno di questi eventi solari particolarmente intensi si abbattesse sul nostro Pianeta oggi.

La meteorologia spaziale è una disciplina nata recentemente, e si concentra sullo stato fisico dell’ambiente spaziale in cui il nostro Pianeta è immerso e sulla previsione degli eventi solari che lo influenzano, ma risale al 1808 con la pubblicazione nella quale viene definita per la prima volta una “Magnetische Ungewitter”, una tempesta magnetica.
Si tratta dell’articolo del naturalista Alexander von Humboldt, basato su osservazioni di
aurore boreali a Berlino, in Germania.

Ma quello che più di tutti ha reso visibili i possibili effetti degli eventi spaziali sulle infrastrutture tecnologiche è stato l’evento di Carrington-Hodgson del 1859: in quell’occasione, un brillamento solare associato a una eiezione di massa della corona ha innescato un’intensa tempesta geomagnetica.

A quel tempo, la tecnologia elettrica si stava appena diffondendo, ma l’intensità dell’evento è stata sufficiente a causare un crollo della rete telegrafica in diverse parti del mondo, provocando la fusione dei cavi che di rame che captavano le correnti elettriche generate nella ionosfera terrestre dall’evento.
Altri eventi di categoria simile ma di intensità minore sono stati osservati nel 1921, 1960, 1989.
Nel 2012, una “super-tempesta solare” ancora più estrema di quella dell’evento di Carrington ha mancato di pochissimo la Terra.
Oggi, con il massiccio e pervasivo utilizzo di tecnologie elettroniche in ogni aspetto della nostra vita, gli effetti sarebbero disastrosi: p
otrebbe causare danni per miliardi di dollari e mettere ko il 50 per cento dei satelliti.

L’articolo di Buzulukova e Tsurutani, molto ampio e argomentato, riassume quanto sappiamo finora dell’intera catena di processi fisici responsabili dei rischi e dei pericoli della meteorologia spaziale, associandoli ai fenomeni della fisica solare e ai suoi effetti sullo Spazio interplanetario, sulla magnetosfera e ionosfera terrestre, e sugli impatti sulla tecnologia.

Per sottolineare la pericolosità di questi eventi, vengono discussi gli effetti possibili sulle infrastrutture energetiche, sui trasporti aerei, sulle comunicazioni satellitari, e sulle tecnologie digitali e vengono esaminati alcuni degli scenari peggiori possibili nel caso una tempesta geomagnetica di livello Carrington o superiore colpisse la Terra.

Viene inoltre sottolineato come a oggi non possiamo escludere che il Sole possa dare origine a fenomeni ancora più intensi, come “super-brillamenti solari” osservati in altre stelle, che avrebbero effetti imprevedibili sul nostro Pianeta.

Infine, l’articolo sottolinea come il progresso tecnologico ci abbia resi sempre più vulnerabili a questi rischi e l’importanza della meteorologia spaziale, i cui obiettivi principali sono lo sviluppo di metodi di mitigazione e di previsione.