Non sono meteore, ma raggi laser spaziali

Non aveva mai visto prima una simile luce verde nelle immagini delle telecamere all-sky installate sul tetto del museo Hiratsuka City Museum in Giappone per catturare le meteore brillanti [n.d.r. telecamere simili a quella della rete Prisma italiana dell’Istituto Nazionale di Astrofisica].
Daichi Fujii, curatore del museo, decise quindi di indagare per poi accorgersi che i raggi verdi erano sincronizzati con un minuscolo punto verde visibile tra le nuvole.
Pensando che si trattasse di un satellite, ha analizzato i dati orbitali dei satelliti che passavano sopra il cielo agli orari degli avvistamenti e ha trovato una corrispondenza: con il satellite Ice, Cloud and Land Elevation Satellite 2 (ICESat-2) della NASA.

ICESat-2 è stato lanciato nel settembre 2018 allo scopo di misurare dallo Spazio l’altezza del ghiaccio, dell’acqua e delle superfici terrestri della Terra tramite l’utilizzo di luce laser.
Lo strumento laser, chiamato lidar, spara 10.000 volte al secondo sei fasci di luce sulla Terra. Il sistema misura con precisione il tempo che i singoli fotoni impiegano per rimbalzare sulla superficie terrestre e tornare al satellite.
Queste misurazioni servono per calcolare le perdite di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide, quantificare la porzione congelata degli oceani polari, determinare altezza e profondità dei bacini d’acqua dolce, mappare le regioni costiere poco profonde e altro ancora.

Ma non è facile avvistare il suo fascio laser.
“Per vederne il laser, bisogna trovarsi nel posto esatto, al momento giusto e nelle condizioni meteorologiche giuste” – ha affermato Tony Martino, scienziato del progetto ICESat-2 al Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland.

La notte in cui ICESat-2 è passato sopra la città di Fuji, tuttavia, c’erano abbastanza nuvole da disperdere la luce laser – rendendola visibile alle telecamere – ma non così tante da bloccare completamente la luce. In realtà, quella notte c’erano due sottili strati di nuvole sopra il Giappone – informazione che Tony Martino ha scoperto analizzando proprio i dati di ICESat-2, che mostrano le nuvole e il terreno sottostante.

Una precisazione.
Sparata da centinaia di chilometri nello Spazio, la luce laser non è dannosa. Anzi, è difficile da individuare. Se qualcuno si trovasse direttamente sotto il satellite e guardasse in alto, il laser avrebbe la forza di un flash di una macchina fotografica a più di 100 metri di distanza.

Guarda il video registrato dalle telecamere del museo Hiratsuka City Museum in Giappone