Un nuovo studio sul comportamento del Sole potrebbe rispondere alla domanda sul perché la corona solare ha una temperatura maggiore rispetto alla superficie dell’atmosfera del Sole.
Utilizzando il Telescopio Solare Daniel K. Inouye alle Hawai’i, uno dei più potenti strumenti dedicati allo studio della nostra Stella, un gruppo di ricerca è riuscito a osservare il comportamento del campo magnetico solare con un dettaglio precedentemente impossibile. Quello che hanno trovato è un intreccio sinuoso di linee di campo magnetico nella parte bassa dell’atmosfera solare, la cromosfera, che potrebbero essere la fonte di energia che riscalda gli strati più alti dell’atmosfera solare.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, infatti, la corona solare (ossia la parte più esterna e rarefatta dell’atmosfera solare, che si estende per milioni di chilometri nello Spazio) può raggiungere temperature estremamente elevate, fino a 1 milione di gradi Celsius, ben più alte di quelle che si possono registrare su quella che viene presa come riferimento della superficie solare, la fotosfera, che può arrivare “solo” a circa 6000 gradi Celsius.
Questo paradosso, noto come “problema del riscaldamento coronale” sta torturando gli scienziati e le scienziate da decenni, perché va contro quello che sappiamo sui meccanismi di emissione di radiazione delle stelle. Da tempo l’ipotesi più accreditata ha a che fare con il violento comportamento del campo magnetico solare e con i fenomeni di trasporto di energia che può mettere in atto.
Precedenti ricerche avevano rivolto la loro attenzione alle regioni più attive della superficie del Sole, come le macchie solari; questo studio si concentra invece nelle zone più “tranquille” della superficie solare, caratterizzate da piccole celle convettive chiamate granuli solari.
La ricerca, portata avanti da Ryan Campbell del Centro di Ricerca per l’Astrofisica della Queen’s University di Belfast, in Irlanda del Nord, ha dimostrato che l’apparente semplicità dei granuli nasconde invece un campo magnetico meno intenso di quello rivelato nelle macchie solari, ma con una struttura più sinuosa e dinamica.
Queste nuove osservazioni potrebbero quindi portare avanti la comprensione dei complessi meccanismi del trasporto di energia all’interno dell’atmosfera del Sole, e contribuire alla soluzione del problema del riscaldamento coronale.
Guarda l’immagine dei granuli solari scattata dal Telescopio Solare Daniel K. Inouy