Pronti a puntare gli occhi al cielo? Ecco gli sciami di meteore principali per il mese di maggio 2025 con indicazioni della loro visibilità e qualche curiosità.
Eta Aquaridi
Dettagli della pioggia.
Periodo di attività: dal 19 aprile 2025 al 28 maggio. Picco di attività: notte tra il 5 e 6 maggio (Luna al 63%). Radiante: costellazione dell’Aquario (22h 32m -1°). ZHR: ~50. Velocità: ~65 km/s. Oggetto progenitore: cometa 1P/Halley
Le Eta Aquaridi danno luogo ad uno sciame meteorico molto intenso se osservato dai tropici meridionali. Dall’equatore verso nord, di solito producono tassi medi di 10-30 meteore nelle prime ore dell’alba. Gli osservatori situati a latitudini fino a circa 40° Nord potranno anche osservare meteore luminose.
Si tratta di meteore veloci che producono un’alta percentuale di scie persistenti, ma pochi bolidi.
Nel 2025, il picco è previsto il 6 maggio, alle 05:00 ora italiana e la Luna tramonterà molto prima che il radiante sorga, quindi le circostanze sono eccellenti per osservare questo sciame.
Le Eta Aquaridi sono uno dei due sciami meteorici originati dai detriti della cometa di Halley. La Terra attraversa l’orbita della cometa di Halley attorno al Sole una seconda volta in ottobre. Questo crea lo sciame meteorico delle Orionidi, che raggiunge il picco intorno al 20 ottobre.
La cometa di Halley impiega circa 76 anni per compiere una rivoluzione completa attorno al Sole. La prossima volta che sarà visibile dalla Terra sarà nel 2061.
Questa rubrica è a cura di Mario di Martino (associato INAF e membro del progetto PRISMA) e riporta i principali sciami di meteore del mese.
Gli sciami di meteore sono generati dall’intersezione di correnti di meteoroidi in orbita attorno al Sole con l’orbita della Terra. Queste correnti sono provocate dalla perdita nello spazio di polvere e detriti rocciosi da parte di comete e asteroidi e quando la Terra attraversa la corrente si verifica il fenomeno dello sciame di meteore. L’astronomo che capì per primo che fra sciami di meteore e comete c’era una stretta connessione fu Giovanni Virginio Schiaparelli nel 1867, qualche anno dopo essere diventato direttore dell’Osservatorio astronomico di Brera (Milano).
Quando i meteoroidi, che hanno dimensioni dell’ordine di un chicco di riso o di un pisello, entrano nell’atmosfera terrestre a velocità di diverse decine di km/s ad una quota di circa 100 km generano una piccola nube di plasma ad alta temperatura che li vaporizza in circa un secondo. Solo i meteoroidi un po’ più grandi possono durare qualche secondo.
Visto dal suolo il fenomeno si presenta come una scia luminosa che si muove rapidamente in cielo. La scia luminosa si chiama meteora, anche se popolarmente viene chiamata “stella cadente”, perché dà l’impressione che una stella si “stacchi” dalla sfera celeste e cada verso terra. In realtà è solo apparenza, infatti le stelle visibili a occhio nudo non cambiano di numero. In un anno sono visibili circa una decina di sciami maggiori, più una innumerevole quantità di sciami minori.
L’intensità di uno sciame è espressa dallo ZHR il tasso orario zenitale, ovvero il numero di meteore visibili in un’ora in condizioni ideali (niente Luna, vista perfetta, assenza di ostacoli e senza inquinamento luminoso): maggiore lo ZHR più alto il numero di meteore che si potranno vedere. Lo ZHR può variare da un anno all’altro. Gli sciami prendono il nome dalla costellazione da cui sembrano provenire le meteore, questo punto è noto come radiante.
Il modo migliore per vedere le meteore è andare in un luogo buio lontano dalle luci artificiali, distendersi su una sedia a sdraio e usare i propri occhi per guardare in alto a circa 90° dalla posizione del radiante: è qua che si potranno vedere le meteore con le scie più lunghe perché viste di profilo. Verso il radiante le meteore tendono a essere più brevi, perché sono viste di scorcio. Naturalmente l’abbigliamento deve essere adeguato alla stagione.