Il Sole mostra il suo magnetismo ai poli: nuove scoperte da Solar Orbiter

Per la prima volta, gli scienziati hanno osservato il campo magnetico del Sole in movimento verso i suoi poli, grazie ai dati raccolti dalla missione Solar Orbiter dell’Agenzia Spaziale Europea che vede un’importante partecipazione della NASA.

Lo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, offre un nuovo sguardo sui processi che alimentano il ciclo magnetico solare undicennale, responsabile dell’attività della nostra stella — dai brillamenti alle tempeste geomagnetiche che influenzano la Terra.

Il campo magnetico del Sole si inverte circa ogni undici anni: un processo complesso, guidato da correnti di plasma che trasportano le linee magnetiche dalle regioni attive verso i poli. Finora, questa migrazione era difficile da misurare direttamente a causa dell’inclinazione dell’asse solare e della mancanza di strumenti in grado di osservare stabilmente le regioni polari.
Solar Orbiter, con la sua traiettoria progressivamente inclinata rispetto all’eclittica, permette ora di osservare i poli solari con una prospettiva unica, fornendo dati preziosi per calibrare i modelli del ciclo magnetico.

Nel marzo 2025 la sonda ha abbandonato per la prima volta il piano in cui orbitano i pianeti –e quasi tutte le altre sonde spaziali, per raggiungere un’inclinazione di 17 gradi, ottenendo una vista privilegiata del polo sud solare.

I ricercatori hanno analizzato i dati acquisiti tra il 16 e il 24 marzo dai due strumenti a bordo: il Polarimetric and Helioseismic Imager (PHI), che misura i campi magnetici sulla superficie del Sole, e l’Extreme-Ultraviolet Imager (EUI), che osserva le regioni più calde dell’atmosfera solare.

Guarda il  Polo Sud del Sole osservato dallo strumento SO/PHI-HRT: sono mostrate le mappe medie temporali di 15 ore delle componenti della velocità fotosferica (a) e del campo magnetico (b) lungo la linea di vista. Crediti: LP Chitta et al 2025 ApJL.

Con sorpresa dei ricercatori, i dati mostrano che il campo magnetico si sposta verso il polo sud del Sole a una velocità media tra i 10 e i 20 metri al secondoquasi doppia rispetto a quella stimata in precedenza e paragonabile a quella osservata alle medie latitudini.
Questo movimento di “migrazione polare” è fondamentale per comprendere come si rigenera il campo magnetico globale del Sole a ogni ciclo.

Resta da capire se il “nastro trasportatore magnetico” del Sole poi rallenti effettivamente vicino ai poli o se i nuovi dati rivelino un comportamento finora nascosto.
Serviranno nuove misurazioni, estese su periodi più lunghi e a inclinazioni maggiori, per seguire l’evoluzione del campo magnetico ai poli e comprendere pienamente come nasce e si rigenera il magnetismo solare.

Capire come si rigenera il campo magnetico del Sole non è solo una questione teorica: i campi magnetici governano le eruzioni, le macchie solari, le espulsioni di massa coronale e, di conseguenza, la meteorologia spaziale che può influire su satelliti, reti elettriche e comunicazioni terrestri.

Nei prossimi anni la sonda aumenterà ulteriormente la propria inclinazione orbitale, offrendo una visione diretta dei poli solari mai raggiunta prima. Pertanto, le osservazioni di Solar Orbiter permetteranno di prevedere meglio l’intensità e la tempistica dei futuri cicli solari, con ricadute dirette per la sicurezza delle tecnologie spaziali e terrestri.