Scala Torino – Scala del rischio di impatto di un NEO con la Terra suddivisa in 10 classi di rischio numerate da 0 a 10, dove il grado 0 non comporta alcun rischio, mentre i gradi più alti (8-10) rappresentano collisioni sicure e quindi prevedono azioni di prevenzione o mitigazione.
La scala può essere vista come la versione astrofisica della nota scala Mercalli per i terremoti. Mentre la Scala Palermo è uno strumento per addetti ai lavori, la scala Torino è comprensibile anche al pubblico. La scala Torino prende il nome dal capoluogo piemontese in cui nel 1999 si tenne un congresso internazionale (“IMPACT”) dedicato ai NEO, durante il quale venne ufficializzata. La scelta del nome definitivo rappresenta anche un riconoscimento alla vasta esperienza dei gruppi di ricerca che erano attivi a Torino nel settore dei NEO. Va menzionato che una versione precedente era stata ideata da un astronomo del MIT e presentata nel 1995 a un congresso alle Nazioni Unite.
Per valutare il rischio dell’impatto di un NEO, la Scala Torino si basa su due parametri: la probabilità d’impatto secondo la statistica e l’energia cinetica sprigionata dall’impatto stesso, ovvero l’eventuale danno che l’impatto provocherebbe sul nostro Pianeta. Oltre ai gradi da 0 a 10, prevede anche l’uso dei colori per connotare la gravità del rischio (bianco e verde per rischi nulli o estremamente bassi, fino al rosso per collisioni sicure).