Catastrofe di Tunguska – Il 30 giugno 1908 alle 7:14 locali (00:14 TU), un piccolo asteroide roccioso di 50-60 metri di diametro esplose in atmosfera a circa 8 km dal suolo in una remota regione della Siberia, in prossimità del fiume Tunguska (da cui prende il nome) alle coordinate 60° 53′ 9″ N e 101° 53′ 40″ E.
Nell’esplosione fu sviluppata un’energia di circa 12,5 Mton (approssimativamente 800 bombe atomiche di Hiroshima) che, sotto forma d’onda termica e onda d’urto, rase al suolo 2150 km quadrati di taiga siberiana. Ottanta milioni di alberi vennero abbattuti o sradicati in pochi minuti e restarono in piedi solo quelli all’epicentro ma completamente carbonizzati. Il boato fu udito fino a 1.200 km di distanza.
Essendo la regione colpita molto scarsamente popolata, probabilmente non ci furono né morti né feriti. Non sono mai state ritrovate meteoriti.
Un evento locale, ma non per questo da sottovalutare. Una caduta come quella di Tunguska è in grado di cancellare dalla faccia della Terra una grande metropoli come può essere New York.
L’evento di Tunguska ispirò la nascita di una nuova religione. Gli evenki, una popolazione nomade locale, interpretarono l’evento di Tunguska come una manifestazione della collera del loro Dio del fuoco, Ogdy, disceso sulla Terra per distruggere la foresta come punizione per le trasgressioni dei malvagi.
La zona della catastrofe fu considerata maledetta, e da allora nessun evenko si avventurò più verso la zona sotto il centro dell’esplosione. La paura era tale che quando il geologo Kulik organizzò la prima spedizione nel 1927 fece fatica a trovare delle guide locali disposte ad accompagnarlo sul luogo.