In questi ultimi anni la Cina ha spesso fatto parlare di sé nell’ambito delle operazioni orbitali per essersi resa protagonista del rientro di oggetti spaziali in maniera non controllata e senza il coinvolgimento della comunità internazionale del settore.
Questo si era verificato nel caso più famoso con il rientro del rifiuto della Stazione Spaziale Tiangong 1 nel 2018, ma ancora più recentemente con i resti dei razzi cinesi Lunga Marcia rientrati in atmosfera senza controllo nel 2020 e 2021, e da ultimo con lo schianto del razzo della missione Chang’e 5 T-1 sulla superficie lunare a febbraio 2022.
Tuttavia, a dimostrazione che il problema dei rifiuti spaziali è oggetto di interesse e preoccupazione di tutti i governi nazionali, anche l’Agenzia Nazionale Cinese per lo Spazio (spesso indicata come China National Space Administration, CNSA) sta portando avanti i suoi progetti per la mitigazione dei rifiuti spaziali prodotti dalle sue attività orbitali.
Lo scorso 4 luglio, infatti, l’Accademia di Shanghai per la Tecnologia del Volo Spaziale (Shanghai Academy of Spaceflight Technology, SAST) ha annunciato il dispiegamento, da parte di un componente di un razzo utilizzato per il lancio di tre satelliti di monitoraggio terrestre della serie Yaogan 35, di una vela per incrementare la resistenza atmosferica e favorire il rientro verso terra in tempi molto più brevi.
La vela, a forma di aquilone, è composta di materiale super-sottile, spesso circa un decimo di un capello umano, e ha una superficie di circa 25 metri quadri: grazie alla sua presenza, il componente (dal peso di circa 300 kg e in orbita a una quota di 490 km) dovrebbe effettuare un rientro atmosferico in meno di due anni, liberando spazio prezioso in orbite sempre più affollate.
Grazie a un raffinata tecnica di piegatura di precisione e alla possibilità di compattare grandi superfici in un volume molto piccolo, questa tecnologia fornisce una soluzione ad alta tecnologia ma a basso costo per il problema dei rifiuti orbitali, e in caso di successo potrebbe essere integrata senza grandi difficoltà in molte missioni, riducendo significativamente l’affollamento dello Spazio orbitale terrestre.
Ma non sono solo i rifiuti spaziali che preoccupano la Cina: anche i pericoli che vengono dallo Spazio profondo sono oggetto di interesse della CNSA. L’Agenzia Spaziale Cinese ha infatti in programma una missione per testare la possibilità di deviare la traiettoria di un oggetto spaziale, come un asteroide o una cometa in rotta di collisione verso la Terra.
In una conferenza tenuta da Long Lehao, capo progetto della serie di razzi cinesi Lunga Marcia, è stata confermata per il 2026 una missione verso l’asteroide Te da vicino il corpo celeste, sia un impactor, con l’obiettivo di colpire l’asteroide per testare le possibilità di modificare la sua traiettoria.
Nelle linee generali, la missione ricalca quelle della missione DART (Double Asteroid Redirection Test) lanciata a fine novembre del 2021 dalla NASA, che però si concentra su un asteroide binario, composto da un corpo principale (65803 Didymos) e da un asteroide satellite (65803 I Dimorphos).