Secondo l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), sono circa 36.000 il numero di oggetti con una dimensione maggiore di una pallina da tennis che orbitano intorno alla Terra, di cui solo il 13% consiste di satelliti artificiali attivi. Il restante 87% costituisce i rifiuti spaziali, che minacciano i satelliti artificiali da cui dipendono economie e società del nostro Pianeta.
A questo fenomeno si aggiungono i disturbi meteorologici spaziali causati da attività solari imprevedibili, che possono danneggiare e distruggere non solo i satelliti, ma anche le reti elettriche e comunicative a terra.
La protezione delle infrastrutture spaziali e terrestri è dunque un prerequisito per il sostegno e lo sviluppo delle società moderne, che dipendono sempre più dalle tecnologie spaziali. Un obiettivo che può essere raggiunto solo tramite la costruzione di sistemi e strumenti che garantiscano operazioni sicure e sostenibili nello Spazio e servizi di monitoraggio del meteo spaziale.
A livello globale vengono lanciate decine di migliaia di nuovi satelliti, che generano un forte aumento dei rischi di collisione.Sono già centinaia gli avvisi di possibile collisione che ESA riceve ogni settimana riguardo la propria flotta di veicoli spaziali.
L’attuale approccio, che consiste nella valutazione del rischio e nell’implementazione di adeguate manovre per scongiurare la collisione, sta diventando un compito sempre più arduo. Inoltre, le azioni per ridurre e riparare i satelliti prima che diventino rifiuti devono ancora essere sufficientemente padroneggiate.
Tutto ciò pone enormi sfide alla sostenibilità a lungo termine dello Spazio esterno e di conseguenze agli operatori di veicoli spaziali attuali e futuri.
La vulnerabilità dell’Europa alle perturbazioni causate da rischi spaziali (siano essi rifiuti spaziali o eventi meteorologici) sta crescendo insieme alla sempre maggiore dipendenza della nostra società dai servizi satellitari.
Anche un evento solare moderato potrebbe costare all’Europa più di 13 miliardi di euro in danni e servizi persi. Un evento del genere si è verificato nel 2012, ma ha mancato di poco la Terra: saremo ugualmente fortunati la prossima volta?
È dunque necessario che l’Europa sviluppi sistemi operativi per consentire il rilevamento, l’identificazione e la prevenzione dei rischi spaziali naturali e causati dall’uomo.
È urgente migliorare la sostenibilità dello Spazio applicando i principi “zero rifiuti” e sviluppando servizi innovativi, come il deorbiting, la riparazione e il rifornimento di carburante di satelliti attivi, creando così un’economia circolare spaziale.
A trarne beneficio saranno tutti coloro le cui attività sono influenzate direttamente o indirettamente dai rischi spaziali come operatori satellitari, assicuratori, organizzazioni intergovernative, operatori di infrastrutture critiche, protezione civile, ecc.
Costruire sistemi operativi per la previsione meteorologica spaziale, adottare la pratica “zero rifiuti” per il volo spaziale e sviluppare capacità commerciali di assistenza satellitare non sono costi, ma investimenti per un futuro spaziale sostenibile.
Tali sistemi favoriranno le nuove imprese “made in Europe” che assicureranno la leadership tecnologica e commerciale europea nonché l’autonomia nell’accesso e utilizzo dello Spazio.
In particolare, i servizi di meteorologia spaziale contribuiranno a proteggere le infrastrutture, le reti e le industrie digitali europee da collisioni, rafforzandone il valore economico e la resilienza. Attraverso questo sforzo, l’Europa continuerà a fungere da modello per la collaborazione multinazionale, fondamentale per i giorni nostri.
Il prossimo passo per ESA è lavorare a stretto contatto con l’Unione Europea (UE), i governi nazionali, le agenzie pubbliche e private, per stabilire le priorità, identificare le lacune dell’attuale sistema e creare le architetture di sistema. I singoli Stati membri dell’ESA e dell’UE saranno invitati a sostenere il processo nell’ambito del progetto PROTECT.
La costruzione di questi sistemi fornirà informazioni e avvertimenti tempestivi per prevenire danni e interruzioni alle infrastrutture spaziali e terrestri economicamente vitali.
Ciò garantirà una società europea più sicura e stabile e la prosperità dei cittadini, stabilendo nel contempo una leadership commerciale, proteggendo la libertà di azione dell’Europa e salvaguardando la competitività globale dell’industria spaziale europea.