L’astronomia e la geologia non sono le uniche discipline interessate alle meteoriti, ma anche l’archeologia.
Il ferro ricavato dalle meteoriti, infatti, è stato usato per secoli da diverse popolazioni in tutto il mondo. Prima dello sviluppo delle fornaci capaci di arrivare intorno ai 1.000°C che permettevano l’estrazione del ferro metallico dai minerali ferrosi, il ferro meteorico era praticamente l’unica fonte di ferro nativo che si poteva trovare sul Pianeta (con l’eccezione dell’ancora più raro ferro tellurico, di cui esiste sostanzialmente un unico deposito in Groenlandia, utilizzato storicamente solo dal popolo Inuit).
Durante l’età del rame e del bronzo, dunque, l’unico modo per realizzare oggetti in ferro, dalle caratteristiche superiori a quelle dei metalli utilizzati all’epoca, era trovare meteoriti ferrose (sideriti) o ferro-rocciose (sideroliti) e fonderle per ricavare il metallo contenuto. L’estrema rarità di questi oggetti, e quindi il loro valore, era considerevole e costituivano una merce di scambio che poteva raggiungere destinazioni anche molto lontane dal luogo di caduta.
Utilizzando tecniche diagnostiche non distruttive (ossia che non comportano l’asportazione di pezzi per l’analisi chimica e fisica), un gruppo dell’Università di Berna ha identificato una punta di freccia, parte della collezione del Museo di Storia Naturale di Berna, composta da ferro meteorico.
L’oggetto, risalente all’età del bronzo, circa 800-900 anni a.C., era stata ritrovato nel 1873 in un sito archeologico vicino al Lago di Bienne nei pressi del comune svizzero di Mörigen nel Canton Berna.
La punta risulta quindi il cinquantaseiesimo oggetto di ferro meteorico ritrovato al mondo e il terzo in Europa.
La particolarità di questa punta è che, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, non è costituita da ferro ricavato dalla meteorite di Twannberg, ritrovata non lontano nel Canton Berna. Le caratteristiche del ferro combaciano con quello della meteorite di Kaalijarv (o Kaali) ritrovata nelle vicinanze del villaggio di Kaali nell’Isola estone di Saaremaa a circa 1.000 km di distanza in linea d’aria e quasi 2.000 km sulla terraferma dal Lago di Bienne.
Anche se non è possibile sapere con assoluta sicurezza se la punta della freccia è stata effettivamente realizzata con il ferro della meteorite estone (e non di un’altra ancora non identificata), questa analisi suggerisce che non dobbiamo stupirci se oggetti così rari e preziosi potessero percorrere viaggi così lunghi già in un passato così remoto.
Foto della punta di freccia ritrovata a Mörigen. Crediti: Beda A. Hofmann (CC BY-SA 4.0)