Manca poco al primo test di deflessione orbitale con un impattore cinetico da parte dalla missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA, prima missione di test per la difesa planetaria lanciata il 24 novembre 2021 dalla Vandenberg Space Force Base in California.
Come è noto il target di DART è Dimorphos, un asteroide potenzialmente pericoloso del diametro di 160 m, che si muove su un’orbita circolare di 1190 m di raggio attorno all’asteroide Near-Earth Didymos impiegando un tempo di circa 11,93 ore. Didymos ha un diametro di 780 m e una massa circa 116 volte superiore a quella del suo satellite.
La sonda, con una massa di 500 kg, è mossa da un motore a ioni che la accelererà fino alla velocità relativa di 6,6 km/s poco prima dell’impatto, previsto per il 26 settembre 2022 alle 23:16 UT.
Dopo la collisione, in base alle stime, la velocità del satellite dovrebbe cambiare di 0,3-0,4 cm/s una quantità piccola, ma misurabile perché sarà amplificato dalla rapida rotazione di Dimorphos attorno a Didymos: proprio per questo motivo si è scelto di “bombardare” un satellite.
La data dell’impatto è stata scelta a ridosso del passaggio ravvicinato di Didymos alla Terra, previsto per il 4 ottobre 2022.
La NASA ha recentemente reso pubbliche le prime immagini di Didymos riprese da DART il 27 luglio 2022 dalla ragguardevole distanza di circa 32 milioni di km. Data la distanza e le piccole dimensioni, l’asteroide è ancora molto debole, ma una volta sommate 243 immagini riprese del sistema di navigazione DRACO (Didymos Reconnaissance and Asteroid Camera for Optical navigation) è stato possibile individuare Didymos senza problemi.
Con le osservazioni effettuate da DRACO ogni cinque ore, il team di DART eseguirà delle manovre di correzione della traiettoria, ognuna delle quali ridurrà ulteriormente il margine di errore per la traiettoria d’impatto.
Dopo la manovra finale del 25 settembre, circa 24 ore prima della collisione, il team di navigazione conoscerà la posizione del bersaglio Dimorphos con un’incertezza di soli 2 chilometri.
Da lì DART si guiderà autonomamente verso la collisione con Dimorphos: dati i tempi di reazione molto stretti sarebbe impossibile guidare la sonda dalla Terra per via del tempo necessario alle istruzioni, impartite per mezzo di onde radio, ad arrivare a DART (circa 38 secondi).
Nel frattempo l’11 settembre – esattamente 15 giorni prima dell’impatto – dalla sonda madre è stato sganciato il nano-satellite LICIACube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), tutto made in Italy, costruito dalla Argotec di Torino in collaborazione con l’INAF e le Università di Bologna e Milano, e il cui team scientifico è interamente italiano e a guida INAF.
Si tratta di una missione parallela gestita dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che avrà il compito di monitorare Dimorphos e la sua orbita per valutare gli effetti dell’impatto di DART.
LiCIACube passerà alla storia, non solo per i dati che fornirà sull’impatto di DART, ma anche per essere stata la prima sonda italiana ad operare nello spazio profondo.
Guarda i video di Sorvegliati Spaziali su questa missione:
LICIACube, un vero reporter d’impatto
LICIACube e Argotec, eccellenze made in Italy nello spazio