Abbiamo già raccontato qui della decisione della NASA di impegnarsi nella costruzione di un nuovo telescopio spaziale dedicato alla ricerca degli oggetti Near-Earth (NEO) con il nome di NEO Surveyor che, si stima, riuscirà a censire il 90% dei corpi minori del Sistema Solare con dimensioni superiori a 140 metri che transitano entro 50 milioni di chilometri dal nostro Pianeta.

Pensato come successore del programma NEOWISE (Near-Earth Object Wide-field Infrared Survey Explorer), nel corso del tempo il via libera al progetto ha avuto una serie di ritardi anche per colpa di altre missioni spaziali che avevano superato i costi previsti, mettendo in difficoltà il budget della NASA.

Ma una nuova risoluzione del Congresso statunitense nota come “Chips and Science Act” del 9 agosto 2022, che obbliga la NASA a non tagliare i fondi ai programmi in corso anche nel caso di sforamento da parte di altre missioni, ha rimesso in carreggiata NEO Surveyor con l’approvazione pochi giorni fa della revisione tecnica e programmatica della fase “C”, ossia quella indicata come “Progettazione Finale e Costruzione”, alla fine della quale tutte le componenti saranno pronte per l’assemblaggio completo e i test finali.

“NEO Surveyor rappresenta la nuova generazione di programmi della NASA per individuare, tracciare, e caratterizzare velocemente gli oggetti potenzialmente pericolosi” (PHO) ha dichiarato Lindley Johnson, referente del Planetary Defence Coordination Office,  “Un telescopio spaziale a infrarossi è la migliore posizione di vantaggio possibile che ci permetterà di attivare le strategie di difesa planetaria della NASA.”

Operando nello Spazio, NEO Surveyor potrà utilizzare i suoi sensori per rilevare gli infrarossi, normalmente bloccati dall’atmosfera terrestre, emessi dagli oggetti di interesse, compresi asteroidi e comete dalla superficie particolarmente scura. Sebbene molto deboli nella luce visibile, questi corpi sono ben osservabili nell’infrarosso: è infatti in questa banda che emettono radiazione dovuta al riscaldamento subito da parte del Sole.

Inoltre, andando a posizionarsi nel punto di stabilità gravitazionale noto come L1 (primo punto di Lagrange), tra la Terra e il Sole, per NEO Surveyor sarà più facile osservare anche gli oggetti che si avvicinano al nostro Pianeta dalla direzione del Sole, e anche quelli che si trovano sulla nostra stessa orbita (i cosiddetti Troiani terrestri).

Nei prossimi mesi verrà quindi messa a punto la tabella di marcia per la costruzione delle componenti, a partire dagli ampi dissipatori di calore e dei supporti a bassa conduzione di calore, necessari al funzionamento della strumentazione a infrarossi, in quanto questa deve essere mantenuta alla temperatura più fredda possibile rispetto all’elettronica e allo scudo solare, ma senza utilizzare complessi e dispendiosi sistemi di raffreddamento attivo.

Guarda l’illustrazione del telescopio spaziale NEO Surveyor sullo sfondo di un’immagine a infrarossi scattata durante la precedente missione WISE. Crediti NASA.