Un team di ricercatori guidato dall’italiano Simone Marchi, oggi negli Usa, ha scoperto che gli attuali modelli di collisioni planetaria esistenti sottovalutano la frequenza con la quale asteroidi e comete di grandi dimensioni colpivano la Terra primordiale: il nuovo calcolo porta a valori dieci volte più elevati del previsto, tali da ritardare di oltre un miliardo di anni l’accumulo di ossigeno in atmosfera.
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