Esiste un corpo celeste unico nel suo genere, che ogni appassionato di corpi minori del Sistema Solare dovrebbe osservare almeno una volta nella vita: la cometa periodica 29P/Schwassmann-Wachmann, scoperta il 15 novembre 1927 da Arnold Schwassmann e Arno Arthur Wachmann, dall’Osservatorio di Amburgo a Bergedorf.
La 29P/Schwassmann-Wachmann, in breve 29P, ha un nucleo con un diametro di circa 30 km e si muove su un’orbita eliocentrica quasi circolare inclinata di circa 10° sull’eclittica, poco all’esterno dell’orbita di Giove.
Appartiene quindi alla famiglia delle comete di Giove, quelle comete con periodo di rivoluzione compreso tra poco meno di 5 anni e oltre 20 anni, condizionato dall’influenza gravitazionale di Giove.
La 29P appartiene anche alla famiglia dei centauri.
Si trova quindi in un intervallo di distanze eliocentriche in cui la sublimazione del ghiaccio d’acqua è scarsa.
Tuttavia, a differenza delle comete “normali”, il nucleo della 29P si mostra come un oggetto di magnitudine apparente +16, circondato da una chioma permanente, suggerendo la sublimazione di ghiacci super volatili come quella del monossido di carbonio e dell’anidride carbonica.
Periodicamente si verificano degli outburst, ovvero delle esplosioni sul nucleo, con un’intensa emissione di gas e polveri che ne innalzano la luminosità da una alle quatto magnitudini.
In generale, l’outburst ha una durata di una o due settimane, dopo il quale il nucleo torna allo stato di quiete.
In media ci sono circa sette outburst all’anno.
Le esplosioni sono improvvise e raggiungono il massimo in circa 2 ore, il che è indicativo della loro origine criovulcanica.
I tempi dell’esplosione sono modulati da una periodicità di circa 57 giorni e questo suggerisce che il nucleo sia un rotatore estremamente lento.
L’ultimo outburst importante si è verificato il 22 novembre 2022, quando la luminosità della 29P è aumentata di ben 5 magnitudini: si è trattato dell’evento più intenso da 12 anni a questa parte.
La cosa interessante è che, nella chioma della 29P, tramite spettroscopia nelle onde radio, è stata osservata la presenza del monossido di carbonio che aumenta di un fattore quattro durante un outburst.
La velocità osservata di espulsione del gas è dell’ordine dei 480 m/s nell’emisfero diurno, ovvero illuminato dal Sole, e di 300 m/s in quello notturno.
La quantità di monossido di carbonio prodotta dal nucleo espelle anche le polveri, con un processo sufficiente per creare la chioma permanente osservata.
La 29P non è l’unica cometa a presentare un’attività a grandi distanze dal Sole ma, sicuramente, è fra i casi più interessanti.
Non mancate di osservarla!