Meteoriti, micro-meteoriti e come riconoscerle

Le collisioni fra la Terra e gli asteroidi sono più frequenti di quanto si possa immaginare perché più si scende con le dimensioni e maggiore è il numero degli asteroidi.
Ne deriva che, se si considerano asteroidi Near-Earth molto piccoli, al massimo di qualche metro di diametro, gli impatti sono molto frequenti, in media uno ogni due settimane, mentre per dimensioni di qualche decina di centimetri sono praticamente all’ordine del giorno.

I corpi con dimensioni comprese fra un granello di polvere e un metro non sono più asteroidi ma meteoroidi.
I grandi meteoroidi o piccoli asteroidi che cadono nell’atmosfera terrestre lo fanno con velocità tipiche di 15-20 km/s, dando luogo a brillanti bolidi che possono illuminare a giorno il cielo notturno o essere ben visibili anche nel cielo diurno.

Alcuni di questi eventi danno luogo a degli impatti al suolo, quindi sono associati al ritrovamento delle cosiddette meteoriti, ovvero i residui del meteoroide originario che è sopravvissuto all’ablazione atmosferica.

Nella fase di caduta, la superficie del meteoroide è a diretto contatto con i gas atmosferici incandescenti dell’onda d’urto, e quindi è soggetto a un processo di fusione superficiale che gli fa perdere massa.
Si forma così una crosta di fusione scura superficiale che in alcuni casi, se il meteoroide mantiene l’orientamento nella caduta, è percorsa da solchi e fossette dove il materiale è stato ablaso in modo più efficace.
Per questo motivo il residuo del meteoroide che arriva al suolo e diventa così una meteorite ha una crosta di fusione scura che la ricopre come una buccia, mentre all’interno si mantiene la matrice originale più chiara.
A volte le meteoriti presentano i regmaglipti, le “fossette” scavate durante la fase di ablazione atmosferica.

Le meteoriti rocciose possono provenire da asteroidi indifferenziati e in questo caso sono chiamate condriti.
Si tratta di meteoriti composte dal materiale originale della nebulosa da cui si è formato il Sistema Solare e la loro matrice rocciosa è caratterizzata dalla presenza di oggetti di forma sferica chiamate condrule che danno il nome alla categoria.
Ci sono anche meteoriti rocciose che provengono dal mantello di asteroidi differenziati, in questo caso le condrule sono state fuse e le meteoriti vengono chiamate acondriti.
Le sideriti invece sono meteoriti metalliche composte quasi esclusivamente da ferro e nichel, provenienti dai nuclei metallici di grossi asteroidi differenziati.
Infine ci sono le sideroliti, meteoriti con una composizione mista fra roccia e ferro.

Di solito le meteoriti hanno dimensioni di almeno qualche centimetro di diametro, ma nel luogo di una caduta possono esserci anche frammenti molto più piccoli difficili da vedere a occhio nudo, derivanti dalla frammentazione del meteoroide originario durante la fase di caduta.

Inoltre, in orbita attorno al Sole, ci sono un’innumerevole quantità di micro-meteoroidi con dimensioni comprese fra 50 micron e 2 millimetri che cadono continuamente nell’atmosfera terrestre e che rappresentano il maggior contributo all’arricchimento di materiale extraterrestre del nostro Pianeta.

Tutti questi piccoli corpi, quando arrivano al suolo, sono noti come micro-meteoriti.
Solo un occhio esperto e le analisi di laboratorio possono distinguere con sicurezza una meteorite da una comune roccia terrestre, ma se si trova una roccia ricoperta da una fragile patina scura con l’interno più chiaro è probabile che si tratti di una meteorite.
Una cosa che non va fatta è avvicinare una calamita alla meteorite per vedere se contiene ferro: potrebbe avere un campo magnetico residuo che verrebbe alterato dal magnete.
Inoltre diverse rocce terrestri contengono ferro (come la serpentinite), quindi il fatto che la calamita venga attratta non basta per dire che si tratta di una meteorite.

Quando si trova una sospetta meteorite bisogna innanzitutto fotografarla con accanto una moneta (per dare le proporzioni), nel luogo in cui si trova e annotarsi le coordinate GPS del luogo.
Per il corretto recupero non bisogna toccarla a mani nude e non bisogna alitarci o respirarci sopra, per evitare di contaminare il campione.
Conviene avvolgerla con della carta di alluminio e metterla all’interno di una vaso a chiusura ermetica con sali igroscopici per assorbire l’umidità. Fatto questo si può contattare il progetto PRISMA coordinato da INAFIstituto Nazionale di Astrofisica per avere un parere e fare eventuali analisi in laboratorio (che sono gratuite).
La foto con la moneta, le coordinate e la descrizione del ritrovamento possono essere inviate all’indirizzo email prisma_po@inaf.it.
Se le analisi di laboratorio danno esito positivo la meteorite riceverà un nome, sarà inserita nell’elenco ufficiali delle meteoriti riconosciute e verrà trattenuto un 20% del campione: il resto della meteorite sarà restituito a chi l’ha ritrovata.