Biliardo spaziale: da dove arrivano asteroidi e comete

Asteroidi e comete vengono considerati come quei mattoncini che sono avanzati dalla costruzione del Sistema Solare: non sono serviti a formare un pianeta e non sono stati inglobati dagli altri pianeti. Oggi conosciamo poco più di un milione di #asteroidi e 4400 #comete, ma si stima che in totale siano centinaia di miliardi. Gli asteroidi hanno dimensioni che vanno da pochi metri fino a qualche centinaio di km e possono essere composti da roccia, metalli e possedere un elevato contenuto di carbonio.

La stragrande maggioranza degli asteroidi orbita attorno al Sole nella regione di spazio compresa fra Marte e Giove, nella cosiddetta Fascia Principale. Questa fascia viene spesso raffigurata nei film, nei cartoni, nei videogame come ultra-densa con tanti asteroidi da scansare, ma in realtà è talmente ampia da essere perlopiù vuota e quindi è poco pericolosa per le sonde spaziali che devono attraversarla, e che l’hanno già fatto molte volte senza conseguenze. […]

Un altro importante assembramento di asteroidi è quello dei Troiani di Giove. Sono 12000 asteroidi forzati a condividere l’orbita di Giove attorno al Sole dal potente campo gravitazionale del gigante del Sistema Solare.
Poi c’è la Fascia di Kuiper oltre l’orbita di Nettuno dove contiamo qualche migliaio di corpi ghiacciati a causa delle basse temperature, che possono arrivare fino a -220°C.
Questi oggetti contengono infatti sostanze volatili congelate, quali ammoniaca, metano e acqua, miste a roccia e metalli. Una composizione simile a quella delle comete, o meglio dei nuclei solidi cometari che vengono spesso definiti “palle di neve sporca”.

Si pensa che miliardi e miliardi di nuclei di comete siano “immagazzinati” in un serbatoio ipotetico, detto Nube di Oort, che circonda tutto il Sistema Solare e che non è mai stato osservato finora perché è fuori dalla portata anche dei telescopi più potenti: si parla infatti di nuclei di comete non “accesi” di dimensioni ridotte, al massimo arrivano a qualche decina di km, e accumulati all’estrema periferia del Sistema Solare.

Detto questo, si ritiene che la Nube di Oort esista realmente perché i calcoli statistici basati sulle orbite delle comete conosciute suggeriscono un accumulo di comete in quella regione di Spazio.

Ora, ci si potrebbe chiedere perché se gli asteroidi e le comete sono assembrati a grandi distanze dalla Terra, ogni tanto qualcuno di loro ci passa vicino? La risposta è che essendo corpi piccoli sono facilmente soggetti a perturbazioni orbitali.

Per esempio alcuni asteroidi vengono sbalzati fuori dalla Fascia Principale soprattutto a causa di perturbazioni gravitazionali da Giove, oppure ricevono piccole spinte dalla radiazione solare o da collisioni con altri asteroidi.

Mentre le comete abbandonano la Nube di Oort a causa dell’influenza gravitazionale di nubi molecolari o di stelle che passano vicine al Sistema Solare o infine da collisioni con altre comete all’interno della Nube di Oort stessa. Tutti questi eventi possono dirottare asteroidi e comete verso il Sistema Solare interno, e quindi verso la Terra.

Quegli asteroidi e comete che si avvicinano a meno di 45 milioni di km dall’orbita della Terra vengono definiti globalmente come Near Earth Objects (NEO in breve), che significa oggetti vicini alla Terra, anche se molti di loro lo sono solo in senso astronomico.

Oggi conosciamo quasi 29000 NEO, di cui solo un centinaio sono comete. Il numero dei NEO è in costante aumento perché ogni mese si aggiungono in media 100 nuove scoperte.

Meno del 10% della popolazione dei NEO è considerata potenzialmente pericolosa: sono quei NEO che si avvicinano a meno di 7,5 milioni di km da noi (grosso modo 20 volte la distanza Terra-Luna) e che hanno dimensioni pari o superiori ai 140 metri.

È stata scelta questa taglia critica, perché i NEO al di sotto dei 140 metri tendono in media a disintegrarsi nella nostra atmosfera con conseguenze limitate, o comunque su scala locale. Invece, l’impatto di oggetti con dimensioni sopra i 140 metri potrebbe provocare danni significativi su scala regionale e se superiori al km su scala globale.

I passaggi ravvicinati dei NEO al nostro pianeta sono piuttosto frequenti, tipicamente una cinquantina al mese, per cui non c’è da stupirsi che i media generalisti ne parlino spesso, anzi sono molti di più i NEO che ci sfrecciano vicini di quanti siano quelli annunciati.

Tuttavia non dobbiamo preoccuparci perché, come abbiamo visto, si parla spesso di distanze astronomiche e comunque nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di oggetti di dimensioni limitate. Anche se puntassero verso di noi, statisticamente ci si aspetta che l’atmosfera riesca a bloccarli per la maggior parte. […]

A cura di Daria Guidetti, riprese e montaggio di Stefano Parisini,

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