La cometa C/2017 K2 (PanSTARRS) è finalmente arrivata nel cuore del Sistema Solare interno, pronta al passaggio alla minima distanza dalla Terra.
Come ci dice il suo nome, la cometa è stata individuata per la prima volta nel 2017 utilizzando lo strumento Pan-STARRS (Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System), un sistema di monitoraggio astronomico per la rilevazione di oggetti celesti costituito da diversi telescopi ad ampio campo di vista, sviluppato e gestito dall’Università delle Hawaii e situato presso l’Osservatorio di Hakeakalaa sull’isola di Maui nell’arcipelago delle Hawaii.
Lo strumento è particolarmente adatto alla scoperta di nuovi asteroidi e nuove comete, ed è ampiamente utilizzato a questo scopo, avendone individuato oltre 10.000 oggetti.
All’epoca della sua scoperta, la cometa si trovava ad una distanza di 2,5 miliardi di chilometri, tra le orbite di Urano e Saturno, ma ora dopo 5 anni è giunta nel Sistema Solare interno, e si avvicina a un passaggio “ravvicinato” alla Terra.
Ravvicinato ovviamente in senso astronomico, in quanto la minima distanza a cui arriverà dal nostro Pianeta sarà circa 270 milioni di chilometri, ossia quasi il doppio della distanza Terra-Sole.
Secondo diverse osservazioni, incluse quelle del Canada-France-Hawaii Telescope e del Telescopio Spaziale Hubble, la cometa C/2017 K2 sembra essere molto attiva.
Il suo nucleo, composto di ghiacci di varia natura (acqua, anidride carbonica, ammoniaca, metano), tipico delle comete, sembra avere una dimensione massima di circa 18 chilometri, mentre la sua chioma, ossia la nube di ghiacci sublimati generata intorno al nucleo dalla radiazione solare, viene al momento stimata intorno ai 130.000 chilometri di diametro, con una coda lunga fino a 800.000 chilometri.
Si tratta di misure molto consistenti, e il fatto che il fenomeno della formazione della chioma sia cominciato così lontano dal Sole sembra indicare un’abbondanza di altre sostanze oltre ai ghiacci, come composti di azoto, carbonio, e ossigeno.
La cometa C/2017 K2 arriverà alla sua minima distanza dalla Terra il 14 luglio 2022, ma la Luna piena al perigeo (una “Superluna” come viene definita in gergo giornalistico) renderà difficile la sua osservazione.
Tuttavia, lontano da altre fonti di illuminazione e in condizioni di cielo terso, potrebbe essere possibile riuscire a individuare la nebulosità della cometa con un piccolo telescopio.
Utilizzando fotografie a lunga esposizione, dovrebbe invece essere possibile ammirarne la grande chioma e la lunga coda per tutto luglio e agosto, tra le costellazioni della Lira e dello Scorpione.
Calcoli astrometrici hanno stimato che la cometa ha iniziato il suo viaggio dai 3 ai 6 milioni di anni fa dalla Nube di Oort, un immenso guscio di forma sferica composto di miliardi di oggetti ghiacciati che si ipotizza circondi il Sistema Solare a una distanza che va da 50.000 a 100.000 unità astronomiche (ossia da 50.000 a 100.000 volte la distanza media Terra-Sole).
Varie perturbazioni nella distribuzione di oggetti in questa zona, possono dirottare alcuni di questi corpi ghiacciati verso il Sistema Solare interno, dove il riscaldamento dovuto alla radiazione solare causa la sublimazione dei ghiacci e la formazione della chioma e della coda, trasformandoli in quelle che noi conosciamo come comete.
Questo passaggio vicino alla Terra sarà un’occasione unica: la cometa C/2017 K2 si trova infatti su una traiettoria iperbolica, che la porterà a passare nel Sistema Solare interno, aa dopo questo viaggio verso la gloria controllato dall’attrazione gravitazionale del Sole farà ritorno al nido, alla Nube di Oort.
Immagini:
Cometa C/2017 K2 (PanSTARRS) – Apod NASA, 30 giugno 2022
rappresentazione artistica dell’orbita della Cometa C/2017K2
posizione celeste della cometa C/2017K2 al 13 agosto 2022