La magnetosfera terrestre ha subito uno shock all’arrivo di un’eiezione di massa coronale (CME) sabato 4 novembre.
La perturbazione del campo geomagnetico è stata di minore intensità ed è stata osservata per alcune ore una tempesta geomagnetica di classe G1 (indice geomagnetico massimo Kp=5).
Domenica 5 novembre la magnetosfera terrestre è stata stressata dall’interazione con un’altra CME, più intensa della prima.
Questo ha determinato una tempesta geomagnetica forte di classe G3 (indice geomagnetico massimo Kp=7) che è durata per molte ore.
L’ovale aurorale, la regione di interazione delle particelle energetiche solari con atomi e molecole dell’atmosfera terrestre, si è allargato fino a comprendere latitudini basse come 30 gradi Nord.
Gli elettroni energetici penetrano fino ad altezze di 100-300 km e trasferiscono la loro energia ad atomi e molecole di azoto e di ossigeno, portandoli a uno stato eccitato. Questi si diseccitano subito (fluorescenza), riemettendo il surplus di energia sotto forma di fotoni di luce visibile alle lunghezze d’onda del rosso, del viola, del verde e del blu a seconda della specie atomica interessata e dell’altezza a cui avviene l’interazione.
Queste luci colorate costituiscono il fenomeno dell’aurora.
Si osservano nell’emisfero della Terra non illuminato dal Sole, perché si tratta di luci molto deboli. Le aurore avvengono sia al Polo Nord che al Polo Sud magnetici. Si parla infatti di aurore boreali a Nord e di aurore australi a Sud.
L’intensa aurora del 5 novembre è stata osservata fino nell’Italia meridionale. Precedentemente, l’aurora del 25-26 settembre 2023 è stata osservata nell’Italia del Nord. I due fenomeni così vicini nel tempo indicano che il Sole sta raggiungendo il massimo dell’attività solare del Ciclo 25, previsto nel 2024.
È difficile prevedere se anche oggi 6 novembre il fenomeno si ripeterà, pur con intensità minore, ma da alcune ore è in corso una tempesta geomagnetica moderata di classe G2 (indice geomagnetico Kp=6). Vedremo come evolverà nel corso della giornata.
Bisogna anche tener conto della presenza di un esteso buco coronale al meridiano centrale del Sole e verso Ovest, che accelera flussi di vento solare veloce verso la Terra.
Ricordiamo infine che tempeste solari molto intense in cicli solari precedenti hanno dato origine ad aurore visibili quasi fino all’equatore. Ricordiamo ad esempio la tempesta solare del 13 marzo 1989 e le tempeste di Halloween nel 2003.
Quindi il fenomeno osservato ieri è poco comune ma non eccezionale.
Guarda la fotografia dell’aurora del 5 novembre osservata da alcune località italiane:
Senigallia (AN). Crediti Katiuscia Pederneschi
Porto Garibaldi (FE), crediti Catia Greppi
Sacca di Scardovari (RO), crediti Roberta David
Val D’Orcia (SI), crediti Samantha Dezi