Riuscire a rilevare e identificare gli oggetti celesti che si trovano a incrociare l’orbita della Terra è uno degli obiettivi fondamentali della Difesa Planetaria. Ma la nostra capacità di scoprire asteroidi e comete che potrebbero impattare il nostro Pianeta ha un enorme punto cieco, ed è in direzione del Sole.
Gli asteroidi sono visibili perché riflettono la luce del Sole, che possiamo rilevare dalla Terra grazie agli strumenti di osservazione.
Tuttavia, se essi si trovano nella stessa direzione del Sole, diventa molto più difficile vederli, sia perché rivolgono a noi una faccia da esso non illuminata , sia perché gli strumenti sono “abbagliati” dalla luce molto più intensa della nostra Stella.
La missione NEOMIR, annunciata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) il 12 febbraio 2023, avrà il compito di porre rimedio a questo problema.
NEOMIR (Near-Earth Objects Mission in the InfraRed) sarà un telescopio spaziale infrarosso (quindi nella stessa banda di osservazione del James Webb Space Telescope) che verrà posizionato al punto lagrangiano L1 del sistema Sole-Terra, ovvero in un punto dello Spazio compreso tra i due corpi celesti dove le forze gravitazionali a cui è sottoposto si annullano, permettendogli di rimanere nella stessa posizione rispetto sia alla Terra che al Sole. Questo punto di osservazione privilegiato gli darà quindi la possibilità di osservare gli asteroidi che potrebbero muoversi verso la Terra dalla direzione del Sole.
Posizionandosi fuori dall’atmosfera terrestre, NEOMIR permetterà inoltre osservazioni di alta qualità nella banda degli infrarossi, che altrimenti sarebbero deteriorate a causa del parziale assorbimento atmosferico. Questo gli permetterà di rilevare il calore emesso dagli asteroidi nell’infrarosso e non mascherato dalla luce solare.
Utilizzando un rivelatore a infrarossi ad alta precisione, NEOMIR potrà rivelare oggetti Near-Earth con un diametro superiore ai 20 metri con un preavviso di almeno 3 settimane; un miglioramento significativo considerando che al momento le nostre capacità di rilevare oggetti in controluce è praticamente pari a zero.
È stato questo, per esempio, il caso dell’evento di Chelyabinsk: l’asteroide responsabile, 17-20 metri di diametro, non è stato individuato fino al momento in cui è esploso sopra il cielo della città russa, provocando danni alle strutture e oltre un migliaio di feriti.
I dettagli della missione NEOMIR sono attualmente in fase di definizione, e il suo lancio è previsto intorno al 2030.
NEOMIR affiancherà la missione NEO Surveyor della NASA, anch’essa posizionata nel punto lagrangiano L1, per migliorare le nostre capacità di identificazione e reazione ai possibili impatti di asteroidi e comete Near-Earth che arrivano in controluce.
Rappresentazione artistica della missione NEOMIR. Crediti ESA.