La missione DART (Double Asteroid Redirection Test) della NASA ha impattato l’asteroide Dimorphos a settembre 2022, riducendo di oltre mezz’ora il periodo orbitale di 11 ore e 55 minuti dell’asteroide attorno al più grande Dydimos. Come conseguenza dell’impatto, Dimorphos ha perso più di 10.000 tonnellate di materiale.
L’obiettivo della missione era verificare se un asteroide diretto verso la Terra potesse essere deviato lanciandogli contro una navicella spaziale.
Le osservazioni del materiale espulso sono state invece effettuate dal satellite interamente made in Italy LICIACube (Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids) dell’Agenzia Spaziale Italiana, realizzato dall’azienda torinese Argotec e a guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Grande quanto una scatola di stivali, LICIACube si è separato dalla sonda madre DART circa due settimane prima della collisione e ha poi registrato l’impatto da una distanza di circa 55 chilometri, registrando 600 immagini.
Da un confronto tra simulazioni computerizzate della collisione con le foto scattate dal satellite italiano, risulta che Dimorphos è un asteroide di tipo “rubble pile”, un mucchio di macerie tenute insieme dalla gravità reciproca. Le simulazioni inoltre suggeriscono che l’impatto ha modificato la forma di Dimorphos a livello globale, piuttosto che lasciare un cratere di cui non è stata trovata una traccia evidente.
La missione futura Hera dell’Agenzia Spaziale Europea completerà lo studio con immagini dettagliate di Dimorphos riprese da una distanza più ravvicinata rispetto a LICIACube.