ESA: accordo pubblico-privato per una missione di pulizia orbitale

Che il teatro delle operazioni di “pulizia orbitale” stesse attirando sempre più interesse si sapeva, così come si sapeva che stessero crescendo anche gli investimenti in questo settore. Un’ulteriore conferma arriva proprio in questi giorni, con la firma di un accordo da 14,8 milioni di Euro da parte dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e di quella del Regno Unito per il co-finanziamento della missione ELSA-M dell’azienda spaziale giapponese Astroscale.

ELSA-M (End-of-Life Service by Astroscale-M) è una missione dimostrativa che dovrebbe partire verso la fine del 2024 ed è stata sviluppata dall’accordo tra l’azienda giapponese di servizi spaziali Astroscale e il provider di servizi satellitari a banda larga OneWeb del Regno Unito.

L’annuncio è un’espansione dell’accordo Sunrise, un programma di partnership lanciato nel 2019 dall’ESA per finanziare lo sviluppo di nuove tecnologie da applicare ai progetti di rimozione attiva dei detriti orbitali.
L’accordo di finanziamento servirà ad Astroscale e OneWeb per completare il design della missione, costruire l’unità operativa, fino alla fase di integrazione con il vettore di lancio.

Una volta operativa, ELSA-M dovrebbe essere in grado di catturare e rimuovere durante una singola missione più satelliti che abbiano ormai raggiunto la fine della loro vita operativa in orbita bassa.

La tecnologia si baserà su un sistema di aggancio magnetico: una piastra metallica apposita verrà applicata sui satelliti prima della partenza; quando questi raggiungeranno il termine della loro operatività e dovranno essere ritirati, ELSA-M si porterà a distanza ravvicinata da questi, li aggancerà con la propria piastra magnetica, e li rallenterà in modo che possano rientrare in atmosfera in maniera controllata.

Astroscale ha già lanciato nel marzo 2021 una missione dimostrativa chiamata ELSA-d.
Questa missione ha portato in orbita un proprio “relitto spaziale simulato” per testare la propria capacità di avvicinarsi e agganciare un oggetto in orbita.

La dimostrazione ha subito alcune battute di arresto tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, ma il 4 maggio di quest’anno ha completato con successo la manovra di avvicinamento fino ad arrivare ad una distanza di soli 159 metri (considerando che entrambi gli oggetti si muovono a una velocità orbitale di circa 28.000 km orari).

In particolare, ELSA-d è riuscita a completare una delle fasi più importanti del test, ossia il passaggio durante l’avvicinamento dal sistema di navigazione “assoluto” (basato cioè sul controllo da remoto e sui dati del sistema di posizionamento GPS) al più preciso sistema di navigazione “relativo” che permette all’unità operativa di avvicinarsi in maniera autonoma in base ai sensori di bordo, necessario per il successivo aggancio magnetico (già testato con successo in precedenza).

Elodie Viau, direttrice delle telecomunicazioni e delle applicazioni integrate dell’ESA, ha commentato così l’annuncio. “È fondamentale garantire l’uso responsabile dello Spazio, perché l’economia e la società digitali fanno affidamento sulla nostra capacità di comunicare globalmente. Sono molto orgogliosa dei risultati dell’ESA nel promuovere l’innovazione nel settore spaziale, portando a compimento nuovi modi per garantire l’uso sostenibile dello spazio, e del ruolo che i progetti di partenariato dell’ESA svolgono come partner di fiducia per investitori, operatori e industria.”

Guarda il trailer della missione spaziale ELSA-d