NOOA: nuovo occhio sulla corona solare

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’agenzia statunitense che originariamente si occupava di oceanografia, fisica dell’atmosfera e meteorologia e da diversi anni  ha assunto anche le attività di monitoraggio e previsione della meteorologia spaziale, ha condiviso le prime immagini del Compact Coronagraph (CCOR-1) a bordo del nuovo satellite GOES-19 .

Un coronografo è uno strumento astronomico utilizzato per osservare la corona solare, la parte esterna e più rarefatta dell’atmosfera del Sole, la quale è visibile naturalmente solo durante un’eclissi solare totale. Il coronografo permette di simulare l’eclissi occultando, tramite un dispositivo chiamato occultatore,  il disco del Sole proprio come fa la Luna durante un’eclissi.

CCOR-1 monitora la corona per prevedere le espulsioni di massa coronale (CME), ovvero grandi espulsioni di plasma e campi magnetici dal Sole che possono avere conseguenze anche sulla Terra.
Quando sono dirette verso il nostro pianeta, le CME possono causare tempeste geomagnetiche che possono avere un impatto sui satelliti, sui sistemi di navigazione come GPS/GNSS, sulla sicurezza degli astronauti, sulle comunicazioni aeronautiche e sulle reti elettriche.

Sulla Terra, le luci aurorali intense sono le manifestazioni visibili di queste tempeste che interagiscono con l’atmosfera superiore terrestre.

CCOR-1  ha iniziato a osservare la corona solare il 19 settembre 2024,  da quando è stato lanciato sulla navicella spaziale GOES-19  il 25 giugno dal Kennedy Space Flight Center della NASA e da allora ha osservato varie CME, comprese quelle che hanno dato origine alla tempesta geomagnetica estrema (classe G5) di metà ottobre 2024.

Il primo video rilasciato di CCOR-1 mostra una CME ben definita che emerge dal lembo orientale (lato sinistro) del Sole attorno alle ore 10:00 del giorno 29 settembre 2024: il disco occultante è il cerchio blu scuro al centro del video e il Sole eclissato è raffigurato come il cerchio bianco più piccolo.

“I coronografi spaziali sono oggi degli strumenti fondamentali non solo per lo studio della corona solare, del vento solare e dell’origine delle eruzioni solari, ma anche per il monitoraggio del possibile impatto dell’attività solare a terra – afferma Alessandro Bemporad fisico solare all’INAF di Torino e responsabile scientifico del progetto Swelto.
“Per ben 28 anni lo strumento principale di questo tipo è stato il coronografo LASCO a bordo della missione SOHO operativa dal 1996 e tuttora funzionante, tuttavia è fondamentale realizzare sempre nuova strumentazione. Il coronografo CCOR della missione GOES-19 quindi andrà a sostituire questi strumenti ormai quasi obsoleti. Ricordiamo però che oltre alla NASA anche l’ESA è molto attiva in questo campo in particolare a breve sarà lanciata la missione PROBA-3 dell’ESA che trasporterà un coronografo che per la prima volta osserverà in formazione di volo occultando il disco solare con un satellite e osservando la corona con un telescopio a bordo del secondo satellite. Dal 2020 è inoltre operativo il coronografo Metis a bordo della missione ESA NASA Solar Orbiter che sta fornendo nuovi risultati grazie alla presenza di un doppio canale per l’osservazione della corona solare nella luce visibile e ultravioletta”.

CCOR-1 fornisce una copertura ininterrotta della corona con una nuova immagine ogni 15 minuti ed è il primo di una nuova serie di coronografi NOAA. Strumenti simili saranno posizionati sulla linea Sole-Terra e attorno al Sole, come parte dei programmi NOAA chiamati Space Weather Follow-On e  Space Weather Next.

GOES-19 è attualmente sottoposto a test post-lancio e verifica dei suoi strumenti e sistemi. Dopo che a GOES-19 sarà assegnato il ruolo operativo di satellite GOES East della NOAA nella primavera del 2025,  lo Space Weather Prediction Center inizierà a utilizzare le osservazioni di CCOR-1 per monitorare e migliorare la conoscenza dell’attività solare e le sue previsioni di meteorologia spaziale.