Il Sole si trova nel periodo di massimo del ciclo di attività ma non ha ancora raggiunto il picco. Potrebbero volerci mesi o anni prima di individuarlo con precisione: l’indicatore è l’osservazione di diminuzione dell’attività solare fino ad un livello minimo. Questo periodo di massimo potrebbe durare per tutto il 2025 prima che il Sole entri nella fase di declino, che lo riporta al minimo solare.
Così hanno annunciato i rappresentanti della NASA, della NOAA e del Solar Cycle Prediction Panel internazionale in una recente conferenza stampa.
Il ciclo solare è caratterizzato dall’evoluzione nel tempo del numero di macchie solari e di gruppi di macchie in fotosfera, che rappresenta il più evidente indicatore dello stato di attività del Sole.
Le macchie solari sono aree più scure che compaiono sulla fotosfera solare. Appaiono più scure in quanto più fredde rispetto alle zone circostanti, anche se parliamo comunque di temperature molto elevate, intorno ai 3.500-4.500 °C, rispetto ai circa 5.500-6.000 °C della fotosfera solare circostante.
Si formano a causa di intensi campi magnetici localizzati che emergono in fotosfera, bloccando temporaneamente il flusso di energia e calore dagli strati più profondi.
Il ciclo solare mostra una periodicità di circa 11 anni tra un minimo e quello successivo, separati da uno (o due) massimi.
L’inizio di un ciclo solare ha inizio con il minimo solare, ovvero quando si registra un numero esiguo o addirittura nullo di macchie. Con il passare del tempo, l’attività solare – e il numero di macchie solari – aumenta.
Il punto intermedio del ciclo solare viene raggiunto durante il massimo solare, quando il Sole presenta il maggior numero di macchie solari. È a questo punto che i poli magnetici del Sole invertono la loro polarità.
Ma per confermare il picco di attività solare è uso impiegare il numero mensile di macchie solari campionato su 13 mesi, per questo motivo il picco viene sempre identificato a posteriori.
Dopo il picco, il numero di macchie solari poi decresce e il ciclo si conclude con un nuovo minimo, dal quale inizia il ciclo seguente.
I cicli solari sono stati monitorati dagli astronomi fin da quando Galileo osservò per la prima volta le macchie solari nel 1600. Ogni ciclo solare è unico. Alcuni hanno picchi di lunga durata e altri più brevi ma intensi.
Il Ciclo solare 25, quello attuale, ha superato le aspettative: il brillamento più forte registrato finora in questo ciclo è stato di classe X9.0 [3 ottobre 2024] e ha prodotto particelle accelerate ad alte energie e bolle di plasma magnetizzato (CME, eiezioni di massa dalla corona solare), che, giunte sulla Terra, hanno perturbato il campo magnetico terrestre dando origine a tempeste geomagnetiche ed aurore polari anche a basse latitudini.
Nel maggio 2024, una serie di forti brillamenti ed espulsioni di massa coronale ha scagliato verso la Terra nubi di materiale solare, scatenando la più intensa tempesta geomagnetica degli ultimi vent’anni (classe G5), accompagnata da una delle più intense manifestazioni di aurore boreali mai registrate negli ultimi 500 anni e visibili a latitudini insolite.
Una tempesta geomagnetica estrema (classe G5) si è ripetuta a ottobre 2024 con fenomeni aurorali a latitudini intermedie, che in Europa hanno raggiunto il sud Italia.
Tali fenomeni sono previsti anche per i mesi a venire, portando con sé nuove possibilità di avvistamento di aurore anche in Italia.
Oltre agli effetti spettacolari delle aurore, va ricordato che l’attività solare influisce direttamente sulla meteorologia dello spazio, con conseguenze su satelliti, astronauti e sistemi di comunicazione e navigazione come GPS e radio. Durante i picchi di attività, gli eventi meteorologici spaziali diventano più frequenti, portando alla formazione di aurore intense ma anche di impatti significativi sulle infrastrutture nello spazio e, spesso, anche a terra.
Scopo della meteorologia dello spazio è la comprensione delle dinamiche solari, ai fini di poter un giorno effettuare anche previsioni affidabili per contribuire a un’interazione più sicura e consapevole con il nostro ambiente spaziale.