Un accordo tra la NASA e la US Space Force ha recentemente autorizzato la pubblicazione di decenni di dati raccolti dai sensori del governo statunitense su eventi di bolidi (meteore molto luminose che possono essere viste anche alla luce del giorno) a beneficio delle comunità di Difesa Scientifica e Planetaria.
Questa azione è il risultato della collaborazione tra il Planetary Defense Coordination Office (PDCO) della NASA e la US Space Force per continuare a promuovere gli sforzi nel settore della Difesa Planetaria, che includono la ricerca, il tracciamento, la caratterizzazione e la catalogazione degli oggetti Near Earth (NEO).
I dati appena rilasciati comprendono informazioni sulle variazioni di luminosità ottica dei bolidi mentre attraversano l’atmosfera terrestre (curve di luce), che potrebbero migliorare l’attuale capacità di modellare, e quindi prevedere, gli effetti degli impatti di asteroidi più grandi che un giorno potrebbero rappresentare una minaccia al nostro Pianeta.
Quello dei bolidi è un evento piuttosto frequente – si parla di diverse decine di eventi all’anno – che si verificano quando il nostro pianeta è colpito da asteroidi troppo piccoli per raggiungere il suolo ma abbastanza grandi da esplodere in atmosfera terrestre.
I sensori del governo degli Stati Uniti rilevano questi eventi e i dati sui bolidi vengono riversati nel database dedicato del Center for Near Earth Object Studies ( CNEOS, qui la nostra recensione al sito web) del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che in tutto contiene dati risalenti al 1988 per un totale di quasi mille bolidi.
I dati saranno disponibili agli scienziati non appena saranno adeguatamente archiviati. Questo set di dati straordinariamente ricco è molto ambito dalla comunità scientifica poiché dallo studio dell’esplosione e della frammentazione di un oggetto nell’atmosfera terrestre si possono ricavare informazioni sull’energia e sulla composizione dell’oggetto.
Recentemente il piccolo asteroide EB5 2022 , di circa 2 metri, è esploso in atmosfera a sud-ovest dell’isola norvegese Jan Mayen, a circa 470 chilometri dalla costa orientale della Groenlandia e del nord-est dell’Islanda.
CNEOS ha raccolto i dati dei sensori USA fino al momento dell’ impatto di EB5 2022, offrendo alla comunità scientifica uno scenario reale per sperimentare le capacità di tracciamento dei NEO e la fiducia sul fatto che i modelli di previsione degli impatti siano adeguati per notifiche tempestive e accurate in caso di un potenziale impatto di oggetti più grandi.
Ricordiamo che per le osservazioni dei bolidi, dal 2016 in Italia abbiamo la Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera (Prisma) coordinata dall’INAF, un progetto in stretta collaborazione con l’analoga rete francese FRIPON, nata nel 2014.
Prisma oggi è composta da circa 70 telecamere all-sky sparse in tutta Italia, acquistate da singoli, Gruppi astrofili, Planetari, Osservatori astronomici pubblici e privati, Università.
Lo scopo delle camere è rilevare i bolidi che solcano i cieli italiani per triangolare gli eventi più importanti e andare alla ricerca delle meteoriti al suolo. Questa strategia si è dimostrata vincente con il recupero della meteorite Cavezzo avvenuta il 4 gennaio 2020.
Apri il seguente link per consultare la mappa interattiva degli eventi di bolidi registrati dai sensori USA. Crediti: NASA JPL CNEOS e Centro operativo spaziale della US Space Force.
Qui sotto invece la mappa interattiva con le camere italiane PRISMA (rosso, arancio, viola, giallo) e le francesi FRIPON (in azzurro). Cliccando su ogni tondo, appaiono le informazioni relative alla camera selezionata (quali città, proprietario, immagine).